Articolo scritto da Paola Scarpin, Coordinatrice dell’Asilo Nido il Nuovo Guscio
“[…] scoprire il piacere di giocare con le sue mani, con i suoi piedi, poi con tutti i suoi segmenti, il piacere di modificare la forma del suo corpo, poi di spostarlo. È il piacere di “vivere il proprio corpo”, che è essenzialmente piacere del movimento fine a se stesso senza finalità. È l’apprendimento progressivo di “una padronanza del corpo” attraverso il gioco corporeo. Tappa fondamentale che deve essere pienamente, lungamente vissuta e non colpevolizzata, affinché il bambino possa superarla.”
Lapierre A., Aucouturier B. La simbologia del movimento, Cremona, Edipsicologiche, 1978. p.60
Una relazione che parte dalla gravidanza
Già dalla gravidanza, nell’utero materno, prendono forma, con gradualità e perfezione, la struttura corporea e parte di quella psichica di un nuovo individuo.
Nel corpo risiede la memoria di questa esperienza, pertanto si dedica sempre più attenzione fin da subito, alla salute (in senso ampio) di mamma e bambino, riservando anche durante il parto un’attenzione particolare all’individualità di ciascuna donna. Subito dopo il parto è importantissimo che madre e bambino vengano subito riuniti attraverso il contatto “pelle a pelle”: rituale che rassicura entrambi. Il bambino passa da una situazione di totale benessere (nell’utero materno), ad una dimensione sconosciuta: in cui riceve pressioni e spinte per poi ritrovarsi a respirare l’aria, essere penetrato dalla luce, dai suoni-rumori e dalle sensazioni che lo invadono.
L’essere avvolto dall’abbraccio della madre, il ricevere nutrimento, cura e affettività, ristabiliscono nel bambino la quiete.
Egli, attraverso il pianto, scarica la tensione fisica accumulata, ricevendo contenimento dalla madre che ristabilisce un senso di benessere e di unità. Questo primo dialogo tonico-affettivo, caratterizza la disponibilità corporea che contraddistinguerà il legame affettivo e di attaccamento tra mamma e bambino. In questa fase iniziale la qualità e la quantità di tempo, insieme alla strutturazione dello spazio, facilitano l’incontro tra madre e bambino. Inoltre il supporto affettivo ed organizzativo del padre e quello di altre persone vicine consolidano l’avvicinamento tra i due.
La disponibilità corporea-relazionale dell’adulto nei confronti del bambino crea uno spazio dove possono manifestarsi numerosi scambi: sguardi, tenerezze, emozioni; tali da favorire l’ascolto, l’accoglienza e la conoscenza reciproca. Questa prima e fondamentale esperienza di Sè continua a depositarsi nel corpo e contribuisce alla strutturazione dei primi circuiti psichici.
Il bambino parte da se stesso per scoprire il mondo
Il bambino spontaneamente parte alla scoperta del suo corpo: porta prima le mani alla bocca, i piedi e poi gli oggetti; esplora il corpo della madre (lo succhia, lo afferra), ricerca lo sguardo, richiede di essere tenuto in braccio e rassicurato anche attraverso la voce.
Il bambino ricerca un’esperienza psicomotoria fluida e una relazione sufficientemente buona, la quale può essere più o meno favorita dagli adulti che gli stanno accanto. Tale esperienza è fondamentale per l’evoluzione armonica dell’individuo nella sua integrità. Solitamente ci sono delle condizioni che determinano ed influenzano l’evoluzione dell’esperienza. Una condizione che può ostacolare è la preoccupazione dell’adulto che il bambino si faccia male o che sia in difficoltà. Un altro aspetto che può interferire negativamente è determinato dal “rimbombo” emotivo che l’adulto può sentire vedendo il proprio bambino provare, riprovare, arrabbiarsi, piangere ed essere alle volte frustrato.
In realtà è proprio attraverso la frustrazione che il bambino attiva la capacità di provare e trovare le sue strategie risolutive. Si manifesta così, nel bambino, un’euforia corporea accompagnata dallo sguardo soddisfatto. L’adulto osservatore ne viene positivamente contagiato. Con questo si vuole evidenziare che lo sviluppo armonico del corpo si intreccia allo sviluppo dell’individuo nella sua totalità.
Si favorisce lo sviluppo armonico del bambino dando valore al contatto corporeo-relazionale e promuovendo l’esplorazione. L’adulto disponibile al coinvolgimento corporeo lascia il bambino libero di: provare riprovare, rotolare, strisciare, portare alla bocca, sputare, prendere, lanciare, emettere vocalizzi, alzarsi, cadere…
Queste esperienze si depositano nel vissuto del bambino e contribuiscono alla crescita psicomotoria (connubio di corpo e mente). Il bambino aumenterà così la sua reale autonomia.
Nell’accompagnare il bambino in questo processo vitale, è necessario accogliere e dare valore ai sentimenti ed alle emozioni che emergono. La frustrazione determina un vissuto emotivo che può generare in ciascun individuo una diversissima reazione corporea-emotiva. Dando un nome ai sentimenti e alle emozioni si accompagna il bambino ad esprimere ciò che sente per comprendere ciò che sta avvenendo. L’adulto è al suo fianco, che procede come lui, in questo percorso di consapevolezza e di integrazione corporeo-emotivo, dove non esiste giusto e sbagliato, ma emerge la legittimità del vissuto. Il vissuto integrato ed elaborato arricchisce l’esperienza del bambino.
L’adulto che accompagna il bambino nel suo percorso evolutivo ha l’opportunità di raggiungere nuove consapevolezze su di sè.