Asili nido interaziendali
Il nome dato a questa struttura educativa racconta la sua storia: la vastità degli ambienti interni (circa 1000 mq) e la vastità del grande prato esterno hanno consentito la progettazione e l’attuazione non di una sola struttura educativa ma bensì di due.
Allo stesso indirizzo troviamo quindi due nidi: Arcobaleno 1 e Arcobaleno 2.
All’interno della stessa struttura ci sono anche tutti i servizi necessari: un centro cottura dedicato, la lavanderia e i servizi per il personale.
Il gestore dei due nidi è lo stesso. Il metodo di lavoro, la formazione, la progettazione, gli educatori, il coordinatore e il vicecoordinatore sono unici per entrambi i nidi.
La collocazione di questi due nidi ai margini della zona industriale di Trieste, al momento della progettazione (nel 2006), rappresentava un’ubicazione interessante per immaginare di sostenere la conciliazione dei tempi di cura e lavoro per tutte quelle famiglie, e mamme in particolare, che quotidianamente raggiungono i moltissimi posti di lavoro in zona.
Da questa idea la proposta alle aziende del territorio di attivare convenzioni per posti nido che agevolino le famiglie sia economicamente che nel reperimento certo dei posti nido stessi. In questo momento le convenzioni aziendali attive sono 17.
Oltre alle famiglie provenienti dalle convenzioni aziendali, Arcobaleno 1 e Arcobaleno 2 accolgono famiglie attraverso le graduatorie per i posti in convenzione con il Comune di Trieste e anche quelle famiglie che scelgono uno dei due nidi privatamente.
Organizzazione degli spazi per i bambini
Gli spazi del nido sono stati allestiti pensando a competenze, bisogni ed esigenze dei bambini.
I bambini in entrambi i nidi sono divisi per piccoli gruppi di età omogena seguiti da educatrici di riferimento. Le persone che accolgono i bambini e le bambine al momento dell’inserimento nei gruppi li seguono durante tutto il percorso negli anni del nido.
Ogni gruppo ha a disposizione per la pappa, i giochi e la nanna i propri spazi dedicati.
Gli spazi all’aperto possono accogliere, grazie alle ampie dimensioni, tutti i gruppi di bambini di entrambi i nidi contemporaneamente.
Gli spazi degli asili Arcobaleno 1 e Arcobaleno 2
Modello teorico di riferimento e metodologia
Le coordinatrici e le educatrici hanno approfondito gli studi di tutti quegli autori, sia di inizio secolo che modernissimi, che hanno esplorato le possibilità della teoria delle relazioni oggettuali in ambito educativo, ponendo l’attenzione sulla centralità dei processi evolutivi in età precoce per la comprensione delle personalità. In particolare, per quel che riguarda il metodo osservativo, gli educatori usano quello che Ester Bick, fondatrice del Centro Tavistock di Psicologia Infantile di Londra, ha definito come osservazione partecipata, metodo codificato e sperimentato a lungo anche per le istituzioni educative, soprattutto per gli asili nido.
Attenzione e studio vengono posti ai primi legami umani, quelli che iniziano dal primo giorno della vita di ciascuno e che normalmente si svolgono all’interno delle case, nelle famiglie, in particolare tra figli e genitori: i bambini che arrivano al nido piccolissimi sono permeati da queste esperienze precoci, presupposto delle loro successive evoluzioni, e gli educatori che li accolgono devono essere altamente consapevoli di questi processi relazionali. Un buon sistema educativo poggia le sue basi sulla buona preparazione degli educatori che siano sostenuti da un solido gruppo di lavoro e da una costante supervisione del loro operato.
Con questi presupposti e nel rispetto del valore della continuità che ritroviamo nella quotidianità, negli spazi e nel personale, l’educatrice di riferimento rappresenta una figura di adulto competente ed empatico.
Infatti, l’educatrice accoglie fin dal primo giorno di inserimento la coppia genitore-bambino e la accompagna per consentire a tutti di mettere in atto una graduale conoscenza che permetterà di costruire un rapporto stabile basato sul dialogo e sulla fiducia.
Attraverso gli strumenti dell’ascolto, dell’osservazione e dell’elaborazione, l’educatrice raccoglie le informazioni riguardanti il bambino e la famiglia necessarie a definire una progettazione educativa cucita su misura per ognuno, condivisa e discussa all’interno dello staff e che segua il processo evolutivo di ogni singolo bambino
Le attività vengono programmate su base mensile, prevedendo il coinvolgimento dei bimbi nei rispettivi gruppi di appartenenza, l’uso degli spazi a loro dedicati e l’esplorazione dei diversi materiali messi loro a disposizione.
La progettazione educativa non può essere rigida e formulata a priori, ma deve essere quanto mai flessibile.
Questa è la progettualità circolare: l’educatrice osserva, progetta, verifica in itinere, ripensa ed eventualmente modifica.
Il raggiungimento di questi propositi educativi e professionali pieni di valori e competenze passa attraverso molteplici argomenti:
- Innanzi tutto attraverso il sostegno al gruppo di lavoro e il raggiungimento della sua stabilità
- Attraverso la cura delle relazioni interne
- Attraverso una conoscenza approfondita di tutti gli aspetti sociali ed economici del territorio
- Attraverso azioni di solidarietà sociale per le famiglie